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Un irlandese al posto di Prodi?

Ultimo Aggiornamento: 19/05/2004 19:23
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12/05/2004 12:25
 
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Da "Il Foglio"



Chi guiderà la Commissione?

Dal gioco della torre di Bruxelles si salvano due irlandesi, Cox e Ahern
Londra e Roma bloccano Verhofstadt. Parigi frena Patten. La griffe politica ostacola Vitorino. Schüssel si defila
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Con Mandelson in agguato - Bruxelles. Il totopresidente della Commissione europea si fa sempre più intricato e la rosa dei candidati si va restringendo. Prendiamo ad esempio il premier belga Guy Verhofstadt. Liberale fiammingo ma poliglotta, è il campione dei "piccoli" - cui toccherebbe, secondo le regole non scritte dell’alternanza in Europa, la guida della nuova Commissione - ma anche dei federalisti. Dopo la rinuncia del lussemburghese Jean-Claude Juncker, è anche il preferito dai francesi. Proprio per questo, tuttavia, è ora osteggiato dai britannici (una vecchia storia, questa dei veti di Londra contro i premier belgi, cominciata dieci anni fa con Jean-Luc Dehaene) ma anche, meno esplicitamente, da Palazzo Chigi, forse anche per qualche ruggine nata durante la presidenza di turno belga dell'autunno 2001. O prendiamo Antonio Vitorino, attuale commissario alla Giustizia e agli Affari interni, che è forse il solo candidato socialdemocratico che potrebbe essere accettato anche dal centrodestra. Pare avere l'appoggio del premier portoghese José Manuel Durão Barroso, che pure appartiene all’altra "famiglia" politica, ma solo a condizione che abbia buone chance di diventare presidente o, quanto meno, vicepresidente con un portafoglio importante. Altrimenti - questo il ragionamento del premier - meglio avere un commissario più in sintonia con la maggioranza, anche se ciò comportasse il rischio di un rientro di Vitorino a Lisbona come leader dell'opposizione. Come che sia, le sue possibilità dipendono dal risultato che la famiglia socialista otterrà il 13 giugno – nel caso (improbabile) di una buona performance, però, potrebbero farsi avanti anche altri nomi, dal greco Costas Simitis al finlandese Paavo Lipponen - e dall’assenza di un candidato forte e condiviso dal fronte opposto. Il che ci riporta ai popolari. È di un paio di giorni fa l'indiscrezione, apparsa sul quotidiano austriaco Die Presse, secondo cui il cancelliere Wolfgang Schüssel non sarebbe più fra i front runner del centrodestra. Non si sa se è Schüssel stesso ad aver ritirato la sua candidatura, in mancanza di un appoggio chiaro e netto del Ppe, o se si è solo messo in corsia di attesa, sperando che nel frattempo siano altri a bruciarsi. Del resto, la situazione politica in Austria è tale che un'eventuale partenza di Schüssel potrebbe destabilizzare definitivamente la coalizione conservatrice al governo. Ed è qui che emerge la candidatura di Chris Patten, attuale commissario alle Relazioni esterne ma, fino a pochi giorni fa, destinato ad assumere a tempo pieno le funzioni di rettore dell’università di Oxford. Il lavorio di Giscard e del Financial Times La sua candidatura è stata prima fabbricata da Valéry Giscard d’Estaing, nei suoi personalissimi tour delle capitali europee, e dal Financial Times, poi probabilmente sfruttata dallo stesso Tony Blair come un ballon d'essai. In linea di principio, infatti, il posto non spetterebbe a un "grande", specialmente dopo tutte le tensioni fra "grandi" e "piccoli" che hanno attraversato l’Unione negli ultimi tempi. Ma una presidenza Patten offrirebbe vantaggi: quello dell’esperienza e della familiarità con i problemi che affliggono le istituzioni europee; quello dell’appartenenza alla famiglia dei popolari, di cui i conservatori britannici sono formalmente membri; quello, cruciale agli occhi di Blair e forse anche di quanti temono un fallimento del Trattato costituzionale, di rappresentare una carta decisiva per una vittoria del "sì" al referendum in Gran Bretagna. Patten è infatti un europeista convinto e non ha mai nascosto il suo disprezzo per l’ala euroscettica del suo partito. Di recente, inoltre, non ha taciuto neppure la sua opposizione alla politica dell'Amministrazione Bush, guadagnando simpatie anche in altri quartieri politici. Ma non abbastanza. Da Parigi qualcuno sussurra che Patten non parlerebbe con sufficiente fluidità il francese (obiezione respinta, peraltro, dal suo entourage). Altrove si fa osservare che la presidenza non dovrebbe essere data al rappresentante di un paese che non ha aderito all’Unione monetaria. Forse lo stesso Blair prevede di sacrificarlo nei negoziati finali per ottenere un portafoglio importante per Peter Mandelson. Il tutto ci lascia, al momento, con due candidati irlandesi: il presidente del Parlamento europeo, Pat Cox, liberale e francofono, ma con scarsa esperienza di esecutivo, e il premier, il moderato Bertie Ahern, che si sta facendo apprezzare per come conduce la presidenza di turno e le consultazioni per la scelta del prossimo presidente della Commissione. Certo, sarebbe bizzarro (e inconsueto) che Cicero finisse per agire pro domo sua.

[Modificato da Maratona70 12/05/2004 12.31]

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io ho sentito in tv un paio di volte Cox (quando era da noi in italia) e mi ha fatto una bella impressione
non so ....gli irlandiani che dicono?
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12/05/2004 15:33
 
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Re:

Scritto da: fergus 12/05/2004 15.16
io ho sentito in tv un paio di volte Cox (quando era da noi in italia) e mi ha fatto una bella impressione
non so ....gli irlandiani che dicono?



Dopo che Silvio Lifting Berlusconi se ne uscì con quell'epiteto infelice del kapò rivolto al leader dei socialdemocratici tedesch, Cox si avvicinò al telepremier italiano e gli disse pubblicamente uno sconsolato "Silvio, what the fuck have you done..."

Entrambe le frasi sono passate alla storia recente.

Bertie invece è la grande passione di Martina, ghghghgh [SM=g27828]




12/05/2004 15:59
 
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Re: Re:

Scritto da: admin/moris 12/05/2004 15.33


Bertie invece è la grande passione di Martina, ghghghgh [SM=g27828]







[SM=g27820]
Effettivamente la stima che nutro per Pat Cox è direttamente proporzionale alla nausea che mi viene ogni volta che vedo Bertie alla tv... [SM=g27818] [SM=g27820] [SM=g27825] [SM=g27828]

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Pat Cox
Pat Cox mi ha deluso 5 anni fa quando, su pressione di Rutelli, non ha consentito ai parlamentari europei eletti nella "Lista Bonino" di far parte del gruppo liberale.

Per il poco che ne so, comunque, pare non sia stato malaccio come presidente del parlamento europeo.

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12/05/2004 22:26
 
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anch'io ho ascoltato Cox un paio di volte in tv e mi ha fatto una buona impressione, ma non ne so molto [SM=g27818]
di Bertie Ahern poi non so proprio nulla, se non quello che scritto Martina su questo sito [SM=g27825]
va beh, che intervento utile!

gli altri irlandiani che ne pensano?

[Modificato da Cla-Elbereth 12/05/2004 22.30]

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well, I can tell ya lads, definitely Pat Cox!!!
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