ROMA - Tranne poche eccezioni, il governo Berlusconi non è stato in grado di attuare le riforme fiscali e strutturali in agenda conducendo una politica inconsistente e contraddittoria. E' una bocciatura a tutto campo quella che arriva da Standard & Poor's. Nel suo rapporto sull'Italia l'agenzia di rating si dice pronta ad abbassare il rating italiano nel 2006 se, dopo le Politiche, il Belpaese non metterà in atto una strategia per abbassare il debito. Che, riferisce Standard & Poor's, vuol dire introdurre riforme strutturali che portino a una riduzione del debito. L'agenzia di rating esprime un giudizio negativo per la riforma costituzionale e per quella elettorale, entrambe viste come possibili portatrici di ostacoli a misure strutturali. La frammentazione politica, poi, in caso di vittoria elettorale del centrosinistra intralcerebbe il nuovo governo come ha fatto con quello di centrodestra, spiega nel suo rapporto l'agenzia di rating. Una bocciatura senza attenuanti: «A dispetto della solida maggioranza parlamentare il governo di centrodestra del premier Berlusconi non è stato capace di mandare avanti l'agenda di riforme fiscali e strutturali, a eccezione di alcune modeste riforme di pensioni e mercato del lavoro. L'orientamento della politica economica è stato inconsistente e soggetto a retromarce in particolare sulla questione dei tagli fiscali», si legge nel documento. «Una potenziale maggioranza di centrosinistra mancherà di coesione allo stesso modo del governo Berlusconi e dovrebbe probabilmente avvalersi di Rifondazione comunista come partner di coalizione. In breve la frammentazione politica continua a impedire la formulazione e l'attuazione delle politiche» spiega S&P's. «Inoltre la riforma costituzionale approvata dal parlamento a fine 2005 potrebbe complicare ulteriormente la sfida di attuare riforme strutturali», continua il rapporto. A fine 2005 il governo Berlusconi si è anche affrettato ad approvare una profonda riforma del sistema elettorale a favore di un ritorno al proporzionale pieno. «Questo, anche se dovrebbe migliorare le prospettive della nuova coalizione, potrebbe anche condurre a una frammentazione politica (ancora) maggiore, intralciando la formazione di maggioranze per le riforme» afferma l'agenzia di rating. 14 dicembre 2005
[Modificato da filippoBO 14/12/2005 12.59]
Nel rapporto di Standard & Poor's vengono comunque ampiamente citati anche i punti di forza dell'Italia, che rendono possibile una ripresa del nostro Paese, in presenza di una opportuna politica
Scritto da: rosy71 14/12/2005 16.37 La stampa è tutta in mano alla sinistra, e per stampa intendo quella mondiale. Ormai si sa. Lo dicono apposta perchè sono invidiosi e cercano di instillare il seme della discordia nella testa degli italiani.
Scritto da: LorenZinos 14/12/2005 18.03 i mali dell'italia si sa sono tutta colpa di berlusconi, ma dal 2006 mortadella iniziera' la nuova rinascita italiana, finalmente, ringraziamo il salvatore della patria