una serata a parlare di Bobby

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Marcellino.bergamo
00venerdì 8 dicembre 2006 01:59
ciao ragazzi...
Non ho mai nascosta la mia ammirazione per Bobby Sands. Lo considero un martire se martire è una persona capace di morire per le cose in cui crede. Ovviamente in Italia la sua storia non evoca nulla...credo poco anche il suo nome.
Sappiamo tutto dei reality, del grande fratello, dei culi e delle tette di questa o di quella velina ma ignoriamo la vita, il pensiero e il sacrificio estremo degli uomini che dovremmo ricordare. Non per puro interesse storico ma per comprendere meglio noi stessi, le nostre vite, le nostre scelte nel bene e nel male. Loro, i martiri, ci indicano la via fatta di sacrificio e di dignità. Cosa insegnamo ai nostri bambini?
Mi guardo intorno e vedo solo persone preoccupate di non soffrire perchè soffrire e fare sacrifici è tabù, out, faticoso.
Paradossalmente invidiamo quelli che non sanno piangere.
Questa sera in un pub della mia città ho rivvissuto con due amici le tragiche ma esemplari vicende di Bobby. Sarà stata la pioggia, la Guinness o anche solo la passione ma sono felice.
Parlare di un Esempio di libertà, dignità, fede negli ideali, amore e passione, fa bene al cuore e all'anima ma soprattutto, io e i miei amici, ci siamo sentiti umili...umili come nani dinnanzi a un gigante.
Siamo cosi abituati a sentirci, vedere, giustificare, esaltare, valorizzare i nani che, miopi, perdiamo di vista i giganti veri.
Non diamo mai per scontate le cose importanti.
E termino scusandomi di uno sfogo che sarà anche banale ma cazzo, avevo voglia di dirvi---ciao [SM=x145459]
jay.ren
00venerdì 8 dicembre 2006 02:14
Dai raccontaci cosa è uscito fuori dalla vostra serata.

Bobby Sands è una persona speciale, un esempio per molti repubblicani, un ragazzo forse non "perfetto" militarmente ma che ha saputo trasformarsi in prigione nell'icona della protesta repubblicana.

Però non dimentichiamo neppure gli altri, che sono stati oscurati dalla stella Sands (esempio Ciaran Nugent, Patsy O'Hara, Mickey Devine, ecc ecc - perché sarebbero troppi da elencare).

R
Marcellino.bergamo
00venerdì 8 dicembre 2006 02:45
ti dirò...
Tutto è nato dal fatto che una mia amica è tornata dall'Eire, più precisamente da una esperienza lavorativa vicino a Sligo.
Ovviamente quale migliore occasione per festeggiare a Guinness ( anche se i pretesti non mi mancano [SM=g27823] ).
Tornata in Italia ha avuto la fortuna di leggere alcuni scritti di Silvia Calamati che le hanno aperto il cuore. Ovviamente, come ben sappiamo, Silvia è una delle più raffinate giornaliste e scrittrici esperte del dramma nord-irlandese. La cosa che ha quasi turbata questa mia amica è la pressochè totale indifferenza che i media riservano alle vicende dell "Irlanda di sopra". Felice di questo suo interesse le ho prestato il dvd del film " Il silenzio dell'allodola " che sicuramente tanti di noi avranno visto e che contiene all'inizio una breve ma intensa testimonianza della Calamati.
La prima domanda che la mia amica mi ha fatto è stata:" ma io al cinema non l'ho visto. Quando è uscito? ". La mia risposta è stata : " I film scomodi e che fanno pensare non fanno casseta quindi...".
E' emersa una cosa tanto scontata quanto vera...per capire bisogna conoscere e per conoscere occorre essere messi nelle condizioni di farlo ma si sa...Nelle scuole italiane si studia alla noia la rivoluzione francese ma non si parla della guerra del Vietnam, della guerra fredda, delle brigate rosse, dei movimenti indipendentisti europei ( baschi, catalani, corsi... )e, a quanto mi ricordo, la mia prof. di storia credeva che la capitale dell'Eire fosse Belfast [SM=g27834]
Quanto a Bobby Sands e agli "hunger strikers" forse ha capito che meriterebbero qualche parola in più rispetto agli scioperi della fame di Pannella...
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