era una notte buia e tempestosa... e per forza! nel mezzo del gorgo io e un picchio di nome irish ci rifugiammo in un luogo dal quale proveniva una musica suadente e ritmata. sull'asfalto bagnato c'erano tracce di una frenata brusca e un riccio, impaurito e fradicio di pioggia, che, tremando mi disse: sei tu il suonatore di bodhran che stanno cercando?
gli confessai di averlo suonato in un pub di letterkenny, molti anni prima, quando i musici e gli astanti si erano accasciati sui tavoli e il pubblicano aveva abbandonato l'idea di cacciarci fuori dopo la closing time.
Insomma non sei tu, fa il riccio che aveva ripreso coraggio.
No faccio io. Il picchio era già entrato nel loco accogliente e stava parlando con fanciulli e fanciulle. io saluto il riccio e mi dirigo al bancone, dove furenti astanti assetati urlavano ulutati non ben definiti.
il picchio mulinava parole e gesti e, scoprii dopo, la rosa, il cinese e la terra d'argento erano con lui e lo incitavano a lavorare fervente di becco.
... (1. continua)
Il racconto a mille dita è un invito ai romanirish e non a continuare la storia.