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Berlusconi? Mai fatti affari con la politica
ROMA - "Berlusconi non ha mai fatto affari con la politica". Paolo Bonaiuti, portavoce del premier, replica alle parole di Prodi. Ieri, il leader dell'Unione aveva chiesto un "confine" tra il mondo degli affari e la politica: "L'una non deve partecipare all'altra", aveva detto Prodi. E Berlusconi aveva ribattuto: "Il mondo delle cooperative ha sempre lucrato contratti da parte degli esponenti di cui è organico e ottenuto utili che poi sono andati a foraggiare il proprio partito di riferimento. Gli elettori di sinistra sono delusi". E Prodi, di rimbalzo, aveva a sua volta replicato: "Uno come lui meglio che taccia".
La schermaglia sulla vicenda Unipol sembrava conclusa. Invece stamani, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, braccio destro del premier, si spinge più in là e dichiara serafico che "se c'è un esempio di politico che non ha mai fatto, che non fa e che non farà mai affari, quello è il presidente Berlusconi". E poi Bonaiuti precisa con tono indignato verso le dichiarazioni di Prodi: "Tutti quelli che stanno accanto a Berlusconi e che hanno collaborato con lui in questi anni lo possono testimoniare fin dalla sua discesa in politica".
Repubblica online
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Proprio l'latro giorno leggevo, sempre su Repubblica, che una società di Berlusconi (la Mondadori), fornisce il servizio a Postescuola, un servizio realizzato dal Ministero dell'Istruzione insieme a Poste SpA, oer la consegna a domicilio dei libri.
Di questo se ne sta occupando il Garante perché c'è un piccolo particolare, denunciato da segnalazioni all'Antitrust, ossia "il fatto che i volumi oggetto del servizio fossero forniti non direttamente dai singoli editori, bensì da una società riconducibile al patrimonio del Presidente del Consiglio".
La Flc Cgil, per bocca del suo segretario generale, Enrico Panini, parla "di evidente conflitto d'interessi e determinazione, dal parte del ministero, di una situazione di monopolio all'interno delle istituzioni scolastiche". E racconta che "il ministero dopo la firma dell'accordo, ha spedito ai dirigenti scolastici una lettera che, con tono burocratico ma minaccioso, chiedeva di spiegare il perché la scuola non si fosse avvalsa di questa opportunità". Le scuole che non hanno attivato il "servizio", insomma, dovevano giustificarsi. "Parecchi presidi - continua Panini - si sono rivolti a noi, ma erano preoccupati".
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