Non dimentichiamo

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=killercat=
00martedì 20 febbraio 2007 21:24
Tra tanti battibecchi quasi ci si dimentica che esattamente un anno fa moriva Luca Coscioni. Oggi è stata in Italia la prima Giornata nazionale per la libertà di ricerca. Dal sito dell'Associazione Luca coscioni - www.lucacoscioni.it/ :

Per un giorno, entrò nelle case degli italiani un frammento dei cinque anni di lotta di Luca Coscioni, restata fino ad allora clandestina: candidato “online” al Comitato dei Radicali; capolista - come già Tortora e Sciascia - della Lista Emma Bonino, davanti a Marco Pannella e sostenuto da sessanta Premi Nobel (che negli anni successivi diventarono cento); Presidente di Radicali italiani; nonviolento in autoriduzione delle terapie per chiedere legalità e conoscenza; “cavia” per la sperimentazione sulle staminali; fondatore della associazione che porta il suo nome; pioniere di una nuova antropologia che “parla” con gli occhi e con il corpo, che dal corpo malato punta dritto al cuore della politica; leader di un nuovo movimento transnazionale per la libertà di ricerca…
Il 20 febbraio 2006 un fotogramma di quegli straordinari cinque anni si è introdotto nelle case degli italiani, e la storia di Luca Coscioni poté essere onorata fino ai massimi vertici istituzionali. “E’ nato ora all’Italia”, se ne uscì Pannella. In tanti l’avranno considerata retorica, martirologio di un tipo ben noto e abusato: “vive e lotta insieme a noi…”. Sette mesi dopo, Piergiorgio Welby inviava al Presidente Napoletano il suo appello per una “morte opportuna”, e questa volta la conoscenza è esplosa nell’opinione pubblica, italiana e mondiale. Ma senza Coscioni, Welby non sarebbe arrivato ai radicali. Arrivò anche lui via “internet”, e sul forum www.radicali.it aprì una discussione sull’eutanasia che ampliava l’udienza degli articoli, firmati “Il Calibano”, sulla “Voce di Rimini”.
Oggi, dopo e grazie a Welby, Giovanni Nuvoli - un malato di sclerosi laterale amiotrofica di Alghero, che pesa ormai 23 chili, comunica solo con gli occhi e da oltre un anno è condannato a vivere nel reparto di rianimazione (!) dell’Ospedale di Sassari con la possibilità di visite soltanto per un’ora al giorno – ha espresso la volontà di ribellarsi alla follia ideologica che ha sequestrato il suo corpo. Ha deciso di lottare – e noi ci auguriamo possa trovare la forza di conquistare altro tempo - per affermare e rendere certo il diritto a scegliere sulle terapie e la loro eventuale interruzione. Il “caso Nuvoli”, dopo Coscioni e Welby, è il sintomo di una grande questione sociale che riesce finalmente ad affiorare dal mare di omertà e clandestinità. È il caso di tutte le persone malate che sono “gestite” contro o senza che si tenga conto della loro volontà, senza che siano rispettati come persone. E non sono, certamente, casi isolati!
Tre anni dopo l’entrata in vigore della legge 40, Il 20 febbraio è la data di qualcosa che nasce: sarà la “Giornata per la libertà di ricerca”. Non una ricorrenza funebre, ma la festa di una memoria viva, puntata su obiettivi attuali. In primo luogo, l’abolizione di una legge clericale e ideologica - la 40/2004 - che rischia di sopravvivere, se dimenticata, un'altra legislatura. Siamo convinti che ci siano persino nel Parlamento italiano margini quantomeno per la riforma di quella legge, se soltanto sarà affidata al pieno coinvolgimento dell’opinione pubblica sottratta al lavoro di “vertici” e “tavoli” delle mediazioni all’Italiana. “Non possiamo aspettare le scuse di uno dei prossimi Papi”, diceva Luca. Il 20 febbraio continuerà ad essere la giornata di chi non può aspettare.

Marco Cappato e Maria Antonietta Coscioni



[Modificato da =killercat= 20/02/2007 21.26]

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