Italians 'slow to leave the nest'

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Sean1
00giovedì 3 febbraio 2005 13:05
Italians 'slow to leave the nest'

Home sweet home - but many are loathe to leave
An ever-increasing number of Italians are living with their parents until well into their 30s, a study says.
The proportion of Italians aged between 30 and 34 still living at home has doubled to well over a quarter, a recent government report concludes.

Sons linger even longer than daughters, the government says, with 36.5% of men aged 30 to 34 remaining at home, compared to just 18.1% of women.

The new figures are part of an annual report by research centre Eurispes.

The numbers seem to feed the idea of Italian sons so dependent on their mothers that they just cannot bear to leave the maternal home, men who have become known as "mammoni" in Italy.

Between 1990 and 2000 the rate of those aged between 30 and 34 still sharing the parental home rose from 14% to 27%, Eurispes says in its annual report.

"That's the trend, there's no doubt that it would be the same for the last few years as well," Adele Menniti told the Associated Press news agency.

A high level of unemployment for graduates and soaring costs of living since the introduction of the euro are partly behind the trend, the report suggests.

"In Italy, one only leaves home when one gets married," Ms Menniti added.

But even the number of marriages has fallen - with 257,880 couple tying the knot in 2003, less than half of the number in 1971.

Younger siblings are also staying at home - with 90% of those aged between 20 and 24 years of age living at home by 2000, 10% more than in 1990.

news.bbc.co.uk/1/hi/world/europe/4227675.stm








moondog jr
00giovedì 3 febbraio 2005 22:01

Scritto da: Sean1 03/02/2005 13.05



men who have become known as "mammoni" in Italy.






Quello che conta è che ci stiamo facendo una bella fama in giro per l'Europa...[SM=x145457]
Sean1
00venerdì 4 febbraio 2005 08:50
in parte questo articolo lo condivido, oggettivamente e' cosi', ma queste cose le avevo gia' lette , chissa' perche' sempre in inglese, c'e' una sorta di accanimento britannico a rafforzare questo stereotipo dell'italiano mammone, che ripeto sara' pure vero ma e' anche vero che per un ragazzo/a italiani non e' facile lasciare casa essendo disoccupato/studente/precario/sottopagato non essendoci ad esempio in Italia nessun redito minimo garantito come in altri paesei d'Europa.
Poi e' vero ci sono i casi limiti di quella "ragazza" 30enne che rifiuta di "trasferirsi" a Milano dove le avevano offerto un lavoro stabile in banca, per non lasciare mamma' e che aveva fatto causa al papa' perche' questi (separato) non aveva piu' voluto fornirgli gli "alimenti"...
moondog jr
00mercoledì 9 febbraio 2005 20:22
Si, sono d'accordo, di sicuro in Italia mancano sovvenzioni che facilitino il grande passo, i primi lavori che si trovano da queste parti non pagano sufficientemente, oltre a non fornire alcuna garanzia per un futuro stabile (co.co.co, contratti a progetto, apprendistato e chi più ne ha più ne metta), ma è pur vero che ormai la tendenza è quella di rimanere a casa a studiare fino anche oltre ai 30 anni...ora, io non voglio criticare nè offendere nessuno, ma sinceramente arrivare fino ad un'età simile senza aver mai alzato un dito per guadagnarsi qualche cosa, sia anche un minimo di indipendenza economica, mi sembra un po' esagerato...

Siamo parecchio bersagliati all'estero, è vero, ma certe volte come dargli torto?

Poi è una questione di opinioni naturalmente [SM=g27823]

[SM=x145427]
LorenZinos
00venerdì 11 febbraio 2005 01:03
dare la "colpa" alla "società" è solo un alibi per come la vedo io.
I ragazzi italiani sono mammoni per la maggior parte, full stop. Mi dispiace dire che condivido l'articolo. E' un luogo comune, ma è vero. Amen [SM=x145469]
Juza1973
00domenica 13 febbraio 2005 20:10
In parte di sicuro, io sono uscito di casa a 31 anni mica a 21. In parte e' anche vero che se sono andato in Irlanda non e' soltanto perche' e' un posto stupendo ma perche' le cose non mi andavano tanto bene da quanto a 24 anni mi sono laureato (con voti bassissimi, 92 e ne do' atto pero' la lotta che ho dovuto sostenere, persa, per trovare occasioni di lavoro non e' normale ed anche chi si e' laureato con voti alti se non e' un fenomeno fa vita grama.
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