Il più bel capodanno che io ricordi l'ho trascorso a Praga, sul Karl most, il ponte Carlo che collega la città al quartiere della Malastrana. Ero per strada con i miei amici, era freddissimo, ma non freddo come fa qui, un freddo intenso ma secco, certamente più sopportabile. Camminando per le vie della città che sanno di magico incontravamo, di tanto in tanto, personaggi surreali, giocolieri, clown, pittori, musicisti che si esibivano per strada. Sembrava un villaggio in un tempo antico e sereno. Poco prima della mezzanotte abbiamo raggiunto il ponte e ci siamo lasciati travolgere da un'aria di festa e colori e luci dai battelli addobbati che attraversavano i fiumi. Era pieno di gente che passeggiava e mi sono fermata, appoggiata al ponte, ad ammirare la "città d'oro" in tutto il suo splendore di cupole castelli. Poi, la mezzanotte. All'improvviso, scoppi, fuochi e bagliori lontani, risate, salti di gioia e spumante.
E tutti che ci abbracciavamo, italiani, cechi, inglesi, cinesi, francesi, africani, spagnoli, russi, tedeschi, americani.
Sorrisi e strette di mano e abbracci e parole smozzicate.
Il mondo sembrava ritrovarsi.
Avrei voluto rimanere lì.