Gaya Dublino [racconto]

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jay.ren
00venerdì 15 dicembre 2006 00:03
Conosciamo meglio la Comunità Gay della capitale irlandese

Sono arrivato a Dublino circa quattro mesi fa ed è ancora lì che sono.
I motivi per cui ho scelto la capitale irlandese come meta di questo soggiorno a tempo indeterminato sono vari e poco hanno a che vedere con i contenuti di questo articolo.
La mia vita in una piccola città di provincia, senza lavoro, senza grosse distrazioni e senza prospettive prossime di cambiamento richiedeva una risoluzione drastica. Erano anni che mi dicevo di voler perfezionare l'inglese in terra madre e così ho prenotato un volo AerLingus, ho tentato la mia chance a Dublino e, in verità, non ho avuto a pentirmene.
Naturalmente, programmatico quale sono, ho preso varie informazioni prima di cambiare temporaneamente residenza: dove alloggiare, cosa portare, contatti di lavoro, consigli vari e... risorse gay della citta'.
Con mia sorpresa, queste risorse si son rivelate davvero tante e accessibili.

Innanzitutto, l'associazionismo. La principale associazione gay della città e l'Outhouse. Si trova al 105 di Capel Street. Ha sede in una vecchia casa ristrutturata presa in gestione da pochi anni. Si estende su tre piani. Al pian terreno c'è un piccolo caffé-bar servito da volontari. Pullula di manifesti e riviste gratuite. E' qui che la popolazione glbt dublinese si informa delle iniziative ed eventi in corso. Negli altri piani si trovano una libreria, delle sale per i vari corsi che si tengono (salute, supporto psicologico, meditazione, assertività, lingue straniere...) e una sala internet usufruibile a un euro l'ora.
Oltre alle varie serate di socializzazione (mercoledì misto, giovedì donne, venerdì uomini, sabato pomeriggio teenager), fanno capo o s'incontrano all'Outhouse numerosi gruppi tematici: quello del trekking, da non confondere coi "trekkies" ossia i fan della serie televisiva Star Trek (non ho mai preso parte a una loro riunione ma mi chiedo davvero di cosa parlino mai visto che la serie è da un pezzo che è finita e non ci son episodi nuovi da commentare!), il gruppo GIG (Gay International Group), il club del libro, gli alcolisti anonimi, il gruppo cattolico etc.

Da straniero in terra straniera, ho chiaramente preso parte alle riunioni del gruppo internazionale. In maniera molto informale ci si presenta in sede, si è sempre accolti da qualcuno al ricevimento e ci si inserisce nella conversazione presentandosi agli altri (mai troppo numerosi).
Mi sono unito anche al gruppo hiking ma la passeggiata si è rivelata più faticosa e disagiata del previsto e quando i miei piedi galleggiavano nel fango delle mie scarpe ho deciso che sarebbe stata l'ultima volta. Peccato perché la compagnia era simpatica!

Numerosissimi sono i locali gay a Dublino e di nuovi se ne aprono con sorprendente rapidità.
Il locale-istituzione di Dublino è The George. La sua fiancata viola domina George Street e per anni è stato il punto di riferimento per molti omosessuali irlandesi.
Ho passato la mia prima domenica a Dublino al The George ed è stato un conforto. Avevo letto su una delle riviste che avevo raccolto all'Outhouse che alle 16.30 ci sarebbe stato il lazy afternoon with Zrazy, un pomeriggio pigro a sorseggiare the al ritmo della jazz session di questa band allora a me sconosciuta.
Beh questa band fa del jazz languido pregevolissimo. Hanno inciso già diversi album. L'ultimo ha appena vinto un premio in America. Io ho comprato uno dei vecchi durante una pausa, ancora vivo malgrado avessi ordinato una fetta di "morte da cioccolato".

Sempre di domenica e sempre al The George, si svolge il mitico Bingo, l'attrazione più famosa della gay-scene e che è ormai straight-friendly (cioé aperta agli etero) ovvero invasa di visitatori curiosi.
Shirley, una drag-queen spiritosissima estrae i numeri condendo il gioco di battute sagaci. Al vincitore o la vincitrice, di qualunque genere biologico o psicologico sia, in premio vanno dei buoni di consumazione o dei biglietti omaggio a eventi cinematografici o teatrali di tema gay.
Dopo due estrazioni, via l'urna e comincia lo spettacolo. 5 o 6 drag-queen si danno il cambio sul palco a cantare in playback e scimmiottare le varie icone gay della musica internazionale: Madonna, Liza Minnelli, Scissors Sisters, Blondie... Non manca mai qualche trovata originale e le risate son assicurate.

Citavo gli eventi cinematografici e teatrali di Dublino.
Ogni anno si tiene un festival di entrambe le arti. Quello teatrale si è tenuto a giugno, è durato quattordici giorni e ha visto in cartellone diverse compagnie, professioniste ed emergenti, su vari palcoscenici della citta. Dal dramma al cabaret, dalla commedia al monologo la scelta era generosa.
Il festival del cinema lesbico e gay si terrà invece questo fine settimana, più precisamente dal 28 luglio al 1 agosto. Si tiene all'Irish Film Institute (http://www.ifi.ie), un luogo molto gay-friendly. L'offerta cinematografica è interessante, vari registi di varie nazioni. Il filo rosso delle opere scelte sembra essere il tema delle famiglie diverse.

Il Frount Lounge, un locale di recente apertura, è affollatissimo di martedì. Pantie, una drag queen molto popolare e divertente, tiene banco col suo karaoke e non risparmia gli incoraggiamenti ai più timidi o il suo disgusto ai piu stonati.

Il Gubu è particolarmante amato da una grossa fetta di popolazione glbt dublinese. Sarà per via della sua atmosfera molto chilled e dei suoi salottini che lo rendono un luogo ideale per darsi appuntamento e stare in compagnia.
Le serate più affolate sembrano essere il martedì jazz e il mercoledì cabaret.

Il Dragon ha aperto circa un mese fa ed è ovviamente il locale piu trendy del momento. Tuttavia gli irlandesi non sono gli italiani e non si mettono in paillettes per bere una birra e provare a rimorchiare qualcuno al bancone.
Lo stile degli interni è piuttosto eterogeneo per non dire kitsch. Laddove il George tende a imitare uno stile da chiesa gotica (con angeli col mascara e altre statue invereconde) il Dragon, che è degli stessi proprietari del The George (e l'associazione è anche nei nomi, dicevano questi ultimi in un'intervista, riferendosi all'iconografia di San Giorgio e il drago), il Dragon si vuole piu orientaleggiante, una sorta di disco buddha-bar.

All'Ham non sono mai stato. Mi dicono che è gay solo di venerdì e in quel giorno della settimana è il piu affollato dei locali. Dj affermati e tre piani di musica ne fanno la dance-floor più acclamata.

E ancora lo Yello, il poco raccomandato The Company e altri ancora offrono alla popolazione glbt e, perché no etero, in cerca di distrazioni un ricco ventaglio di opportunita. La concorrenza si è fatta alta e le diverse gestioni propongono serate di karaoke, di quiz, di proiezioni di film con pop-corn gratis, di cabaret, di party in costume.

Per i carnivori più affamati non mancano le saune. Il boiler sembra essere la più grande, la più nuova e la più frequentata. Non posso portarvi testimonianza diretta: perdonatemi ma la carne la mangio cotta!

In conclusione, si può affermare che l'Irlanda abbia fatto molta strada se si pensa che solo fino al 1993 l'omosessualità era ancora formalmente illegale.
Il cattolicesimo, forte e radicato qui anche per motivi di contrapposizione nazionalistica con la sorellastra Gran Bretagna, e il profondo tradizionalismo rendono ancora difficile per molti irlandesi il coming out e la piena esistenza della propria identità sessuale.
E se a Dublino e nelle città maggiori della nazione la popolazione glbt vive piuttosto liberamente, resta che la politica è ancora piuttosto disattenta al riconoscimento delle unioni omosessuali.

E cosi di ritorno da una gita a Galway, mentre sto per salire sull'autobus, una donna mi chiede se posso reggerle il gioco, dare il mio biglietto alla sua compagna e fingere di essere il suo compagno. Ha una tessera che permette a lei e ad un suo partner di viaggiare gratuitamente sugli autobus. Una compagna donna, apparentemente, non si configura come suo possibile partner e per risparmiare il costo di un biglietto cui pure ha diritto è costretta a ricorrere a questo stratagemma.
Mi presto volentieri all'imbroglio e passiamo il controllo dell'autista senza problemi.
Sui sedili ridiamo gioendo del nostro successo, del nostro averla fatta in barba a un sistema ingiusto.
A mo' di battuta amara, dico, riferendomi ai recentissimi progressi sociali in terra iberica: "Beh non è mica la Spagna qui".


Testo redatto da Antonio
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