Dell'Utri condannato per tentata estorsione : il silenzio dei media

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=moris=
00sabato 19 maggio 2007 11:54
Copio e incollo l'articolo di Travaglio


Due giorni fa la Corte d’appello di Milano ha confermato la condanna di Marcello Dell’Utri e del boss mafioso Vincenzo Virga a 2 anni di reclusione per tentata estorsione aggravata ai danni dell’imprenditore Vincenzo Garraffa. Nessun telegiornale ha dato la notizia. Così come nessun quotidiano, a parte un paio di trafiletti sul Corriere e su l’Unità. Il che è comprensibile: visti i suoi rapporti con la mafia, Dell’Utri fa paura. E i giornalisti italiani, come pure i loro editori, tengono famiglia. Si sarebbero scatenati con fior di articoli, commenti e interviste se fosse stato assolto, come la settimana scorsa quando la stessa Corte ha dichiarato innocente Berlusconi per la tangente che, con i suoi soldi, il suo avvocato pagò a un giudice. Ecco: per sapere che Dell’Utri è sotto processo per estorsione, bisogna sperare che lo assolvano. Se lo condannano, nessuno ne parla e nessuno lo sa. Ma forse è meglio così: stiamo parlando del braccio destro di Berlusconi, ideatore di Forza Italia, senatore della Repubblica, membro del Consiglio d’Europa, già condannato in via definitiva a 2 anni per false fatture e a 9 anni in primo grado per concorso esterno in associazione mafiosa.

Per molto meno si sciolgono i consigli comunali, qui bisognerebbe sciogliere il Parlamento. La tentata estorsione riguarda un fatto del 1992, quando Publitalia intermediò una sponsorizzazione della Heinecken sulle magliette della Pallacanestro Trapani per 1,5 miliardi di lire. Ricevuto il denaro, il presidente del club Vincenzo Garraffa (medico e senatore del Pri) si vide chiedere indietro da Publitalia 750 milioni, cioè metà dell’incasso, ovviamente in nero. Rispose di non avere fondi neri e chiese la fattura. Niet. A quel punto - l’ha denunciato lui stesso ai giudici - Dell’utri lo minacciò: «Le consiglio di ripensarci, abbiamo uomini e mezzi che possono convincerla a cambiare opinione». Di lì a poco, invitato al “Maurizio Costanzo Show” con tutta la squadra, ricevette la disdetta senz’alcuna spiegazione.

Poi, un bel mattino, al pronto soccorso dove lavorava, andò a trovarlo Vincenzo Virga, capomafia di Trapani: gli disse di essere lì per quel «debito» con gli «amici» milanesi. Garraffa resistette e denunciò tutto alla Procura di Palermo, che trasmise il fascicolo a Milano. Di lì il processo e la doppia condanna. Che, se confermata in Cassazione, si aggiungerebbe a quella definitiva per false fatture, porterebbe il totale a 4 anni e Dell’Utri in carcere (l’indulto, almeno per i reati con aggravante mafiosa, non dovrebbe scattare). Una notizia gravissima e importantissima. Invece, silenzio. Onde evitare che qualche giornale, magari per sbaglio, ne parlasse, l’Ansa l’ha nascosta sotto un titolo depistante: «Sponsorizzazioni: confermata in appello condanna Dell’Utri». Come se il pover’ uomo fosse stato condannato perché sponsorizzava. Il testo, poi, è ancor meglio del titolo: «Dell’Utri era accusato, insieme a Vincenzo Virga, di tentata estorsione, in relazione alle modalità di sponsorizzazione della Pallacanestro Trapani…». Roba da bocciatura immediata all’asilo del giornalismo: non si dice che Vincenzo Virga è un capomafia arrestato dopo lunga latitanza per vari omicidi; e si fa credere che il processo riguardi «le modalità di sponsorizzazione», mentre si riferisce a un caso di vero e proprio racket mafioso, con un manager che, da Milano, manda il boss di Trapani a riscuotere un credito non dovuto, per giunta in nero, a un imprenditore siciliano.

Del resto, se si sapesse in giro che un senatore della Repubblica è condannato per racket, sarebbe più difficile interpellarlo su qualunque cosa accada nella politica, nella cultura, nell’arte e nello spettacolo, come fa il fior fiore della stampa italiota dipingendolo come un vecchio saggio e un sopraffino bibliofilo (infatti ha preso per buona persino la patacca dei diari del Duce). Martedì, giorno dell’ennesima condanna, il Corriere pubblicava un’intervista a Dell’Utri sulla sconfitta di Leoluca Orlando, definito dal senatore pregiudicato «un cadavere che cammina». Lo chiamavano così anche i mafiosi, tra gli anni 80 e i 90, quando lo volevano accoppare per le sue battaglie antimafia. L’ultima volta ci provarono i narcos, tre anni fa, in Sudamerica. Purtroppo fallirono il bersaglio, e il cadavere di Olando ancora cammina. Altri, invece, hanno smesso di camminare nel 1992-’93. Avevano il grave torto di non frequentare Vittorio Mangano, Vincenzo Virga e Marcello Dell’Utri. Gentaglia.

Marco Travaglio
=Donegal=
00sabato 19 maggio 2007 13:05
Moris, grazie per la notizia molto interessante, che come fa osservare Travaglio nessuno ha dato, adesso provvederò a farlo circolare...

[Modificato da =Donegal= 19/05/2007 13.09]

Shackelm
00lunedì 21 maggio 2007 13:51
eee... quel ciccione di marcellino...
double-trouble
00martedì 22 maggio 2007 01:06
Il problema è che, in soldoni, a nessuno frega veramente un cazzo! Luna Rossa ha battuto Oracle, l' Inter ha vinto il campionato e, se tutto va bene, grazie agli ecoincentivi il sig.Rossi quest' anno si compra il Suv 6000 cc., in culo al cavalier Bianchi ed all' ecologia!
Queste notizie entrano, magari per la porta secondaria, rimbalzano un pò, fanno un minimo di eco e poi, as usually, giù nel cesso!
Siamo una massa di cazzoni, io per primo, che dovrei incatenarmi davanti al comune di Ceriale urlando "GIUSTIZIA", che dovrei sdraiarmi sulle rotaie del treno urlando ai poliziotti ed ai media che mi sono rotto il cazzo di farmi prendere per il culo da questa massa di mangiamerda, politici, mafiosi, corrotti, corruttori e preti...
Invece, invece sto qua a scrivere puttanate...
Buonanotte!
salentino87
00martedì 22 maggio 2007 12:43
effettivamente, anche sui siti internet dei vari giornali, della notizia le tracce sono molto poche.

consiglio di dare di tanto in tanto un'occhiata al domenicale, il settimanale di cultura formato tabloid edito da dell'utri, c'e' da scompisciarsi, con tanto di titoloni del tipo "soprrimiamo il 25 aprile" oppure "nessuno crede piu' all'uomo scimmia".

e l'italia è in mano a questa gente.
ekil74
00martedì 22 maggio 2007 14:36
Bhe, se sono lì è perchè qualcuno li vota...

Finchè l'italiano medio quando va a votare lancia la monetina, pensa alla stangona scosciata che vedrà la sera alla rai o si fa abbindolare dalle ultime promesse o dalla tangente di 10 euro che ha ricevuto prima di entrare in cabina (sembra accada ancora, da qualche parte in Italia), non è che le cose possano cambiare.

Per quanto mi riguarda, la prossima volta che andrò a votare (perchè ci andrò, avendo qualcuno perso la vita per garantirmi questo diritto), voterò scheda nulla, se continuerà a non esserci nessuno degno di rappresentarmi. Mi sono già fatto prendere in giro troppe volte :)
Antongiu
00martedì 22 maggio 2007 15:49
Re:

Scritto da: ekil74 22/05/2007 14.36
Bhe, se sono lì è perchè qualcuno li vota...

Finchè l'italiano medio quando va a votare lancia la monetina, pensa alla stangona scosciata che vedrà la sera alla rai o si fa abbindolare dalle ultime promesse o dalla tangente di 10 euro che ha ricevuto prima di entrare in cabina (sembra accada ancora, da qualche parte in Italia), non è che le cose possano cambiare.

Per quanto mi riguarda, la prossima volta che andrò a votare (perchè ci andrò, avendo qualcuno perso la vita per garantirmi questo diritto), voterò scheda nulla, se continuerà a non esserci nessuno degno di rappresentarmi. Mi sono già fatto prendere in giro troppe volte :)



che senso ha votare scheda nulla? tanto vale non andarci proprio.
secondo me non votare significa perdere ogni diritto, partendo da quello di lamentarsi :)
sono comunque d'accordo che il panorama politico attuale e' desolante, ma per fortuna qualcuno sembra essersi accorto che la gente e' stanca e si e' davvero rotta i coglioni questa volta.
ecco alcune proposte che leggo su La Repubblica, ora voglio vedere se sono solo promesse o saranno tramutate in fatti:

"Ebbene, la proposta che suggerirà Santagata si muove su due piani. Il primo riguarda le indennità. E passa attraverso l'innalzamento dell'indennità base mensile (che oggi ammonta a 5.486,58 euro per i deputati e a 5.419,46 euro per i senatori) e la contestuale tassazione di tutte le indennità accessorie, da sottoporre a rigoroso meccanismo di verifica delle spese effettivamente sostenute. Se passasse la linea, deputati e senatori potrebbero in futuro contare su 6-7 mila euro certi (e non sul doppio), Il secondo capitolo riguarda i vitalizi. Il ministro studia la ricetta del sistema contributivo, che aggancerebbe la pensione degli "ex" agli anni di legislatura effettivamente maturati, archiviando gli attuali vitalizi e rendendo i parlamentari un po' più simili agli altri lavoratori.

È una proposta. Altre ieri ne sono piovute ieri. L'ex presidente della Camera Casini chiede che "si calendarizzi in aula un provvedimento che preveda la riduzione del personale politico, dal Parlamento alle istituzioni locali". Il ministro Paolo Ferrero (Prc) rilancia: "Interventi drastici sui privilegi di chi fa politica". Cannavò e Turigliatto di "Sinistra critica" presentano un ddl per ridurre le indennità da 14 a 5 mila euro e abolire le pensioni dei parlamentari.

L'Italia dei valori ha già depositato un suo progetto per ridurre di 3 miliardi gli sprechi, che sarà esaminato nell'ambito dell'indagine conoscitiva appena avviata dalla commissione Affari costituzionali della Camera. E siccome nel mirino ci sono anche, se non soprattutto, gli enti locali, il ministro degli Affari regionali Linda Lanzillotta ha convocato per giovedì una sessione straordinaria della "Conferenza unificata" dedicata ai costi della politica per stipulare un "patto" antisprechi con il coinvolgimento (sollecitato dai diretti interessati) di Anci, Unione delle province e Conferenza delle Regioni."

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