Articolo del Venerdì di Repubblica su Dublino

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00lunedì 24 settembre 2007 21:40
Fonte: Il venerdì di Repubblica

La nuova vita di Dublino
di Laura Campo
A settembre la capitale irlandese ospita un grande festival di musica e arte giovane. Come lo spirito di una vecchia città che, in dieci anni, ha cambiato vita. Il Venerdì

Sprizza energia la millenaria patria di James Joyce. L’ex logora e triste città in meno di dieci anni di boom economico ha cambiato radicalmente faccia e marcia. Ricca e vitale, cosmopolita e modaiola eccola in cima alla top list delle mete per i giovani di mezzo mondo. Italiani in testa. Per scoprire il tanto di nuovo che la città offre, niente di meglio che cominciare da uno dei suoi eventi più all’avanguardia: il Dublin Fringe Festival di settembre (fino al 23).

Approfittando magari delle tariffe low cost, grazie alle quali partire (anche solo per un weekend) in una città europea sta diventando una tendenza degli italiani. Dedicato a tutto ciò che è innovativo, giovane, sperimentale e contemporaneo, dal teatro (anche di strada) alla danza, dalla musica alla visual e live art, al Fringe Festival di Dublino parteciperanno singoli artisti, performer e compagnie, sia irlandesi che internazionali. E visto che quasi tutti gli spettacoli si svolgono in zone della città che valgono una visita, ecco una guida al meglio da vedere.

Cominciamo subito dal nuovo, anzi nuovissimo: la Docklands area. È la zona dove è in atto un mega progetto urbano di riqualificazione (www.dublindocklands.ie) e rilancio della vecchia area portuale, all’insegna dell’architettura contemporanea. Il termine dei lavori per complessi residenziali, teatri, uffici, centri congresso e spazi pubblici (U2 Tower, National Conference Centre) è fissato tra qualche anno, ma molto è già stato fatto.

Come la super panoramica Campshires walk, dove si passeggia o si va in bici lungo il fiume tra avveniristici ponti pedonali (come il Sean O’Casey Bridge) e nuovi monumenti-simbolo che celebrano il passato: il Famine Memorial e The Linesman, dedicati all’e migrazione e al lavoro portuale nel secolo scorso. Terminati anche gli spettacolari edifici dell’International Financial Service Centre (come il George’s Dock) e del nuovo Chq, tutto vetro e acciaio, contenitore di lusso per mostre e eventi ricostruito al posto dei vecchi magazzini di vino e tabacco. Inaugurazione prevista nel 2008 invece per Grand Canal Square, enorme piazza aperta sull’acqua progettata dall’americana Martha Schwartz, e per il Grand Canal Theatre (che porta la superfirma di Daniel Libeskind) con tetto aperto e giardino con vista sulla baia di Dublino.

Non meno di tendenza, in centro, lungo la riva nord del Liffey, il Dublin’s Italian Quarter (Lower Ormond Quay) distretto made in Italy che riflette la nuova passione dei giovani dubliners per tutto quello che viene dal nostro Paese. Altra mania della città sono i nuovi ponti-design, dal Millennium Bridge in alluminio bronzato, costruito per festeggiare il 2000, al già ultracelebre James Joyce Bridge, bianco e futuristico (2003), firmato da Santiago Calatrava, l’architetto catalano che sta lavorando anche a un’altra struttura ipermoderna (il Macken Street Bridge, previsto per il 2009) nella zona dell’ex porto. Per godervi il panorama su questo tratto del fiume (da Ormond Quay Lower a Eden Quay) non perdetevi la Boardwalk, silenziosa e spettacolare passeggiata di 650 metri lungo il Liffey.

Al centro delle vie della moda, in O’Connell Street, svetta la discussa The Spire, (La Guglia) di Ian Richie, una guglia d’a cciaio, capolavoro di ingegneria contemporanea, alta 120 metri che ha rimpiazzato la Nelson’s Column fatta esplodere dall’Ira nel 1966. Molti degli spettacoli del Fringe Festival si svolgono in locali e teatri nel cuore della città, tra il Samuel Beckett Centre (al Trinity College) e il Project Arts Centre (39 East Essex street), dove la band irlandese degli U2 provò la prima volta nel 1978. Una buona occasione per farsi un giretto nel quartiere-icona della capitale irlandese, che si ama o si odia a prima vista: Temple Bar, chiassoso e turistico, soprattutto nei fine settimana dopo le dieci di sera quando è preso d’assalto da centinaia di teenager.

Sebbene abbia perso molta della sua autenticità dopo il risanamento urbanistico degli anni 90, l’ex quartiere alternativo degli artisti conserva ancora spazi dedicati alla cultura e all’a rte. Per esempio l’Irish Gallery of Photography (Meeting House Square, www.irishphotography.com) e una supercineteca, il prestigioso Irish Film Institute (www.fiii.ie). Se venite in zona il sabato mattina non perdetevi il Temple Bar Food Market (Meeting House square): è il miglior mercatino di alimentari all’aperto. E il chiosco di ostriche fresche più famoso della capitale.
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