“Io, il sottoscritto, giuro che il 2 novembre 2004 darò il mio voto a chiunque ad eccezione di George W. Bush in cambio di sesso o quantomeno di un po’ di divertimento.” Comincia così il singolare giuramento ideato da Fuck the Vote, una campagna anti-Bush che promette di cambiare l’orientamento degli elettori americani in cambio un po’ di sesso “facile”. Domenica scorsa il progetto è stato lanciato ufficialmente alla Fifth Hope Conference di New York. Ai primi di Settembre, otto modelli di chiara fede “liberale” di età compresa tra i 19 e i 33 anni, partiranno da New York a bordo di un furgone munito di letto matrimoniale alla volta degli “swing states”, gli stati in cui l’esito delle elezioni è appeso a una manciata di voti. E siccome, si legge sul sito che promuove la campagna, “le persone mentono per il sesso, ingannano per il sesso e arrivano addirittura a uccidere per il sesso, possiamo essere sicuri che cambieranno il loro modo di pensare (e quindi il loro voto) in cambio di sesso.” Il meccanismo è semplice: una volta abbordato, il modello o la modella - omo, bi o eterosessuale che sia - chiede al partner di firmare una dichiarazione in cui si impegna solennemente a non votare per George W. Bush, cioè “a favore della guerra preventiva, della riduzione delle libertà nazionali, della crescita smisurata del deficit, del degrado ambientale e dell’impoverimento delle scuole pubbliche.” Ovviamente, per quanto solenne, la dichiarazione non ha alcun riscontro effettivo, ma ciò non toglie che sul forum del sito vi siano già decine di repubblicani incalliti (quasi tutti maschi) che si dicono pronti ad abbandonare Bush. E, per massimizzare i risultati, Fuck the Vote propone ai singoli “swinger” di darsi da fare già durante le vacanze estive e di promuovere anche il sesso di gruppo. Nelle prossime settimane sapremo se il vecchio adagio del “fate l’amore non fate la guerra” verrà preso sul serio o se il progetto rimarrà solo una delle tante iniziative creative che orbitano nel movimento anti-Bush. Dietro il progetto spunta infatti la mano della Carbon Defense League, una coalizione di artisti, smanettoni e attivisti che era già salita agli onori delle cronache per Recode.com, un sito che invitava a sovraetichettare i prodotti dei supermercati con codici a barre più economici.
www.fthevote.com
PS
Maratò, è vero che hai usato pure tu questa tattica per vincere il sondaggio del miglior moderatore ?