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Attacchi xenofobi a Belfast

Ultimo Aggiornamento: 23/06/2009 22:51
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Belfast, 17 giu. (Adnkronos) - Un gruppo di una ventina di famiglie romene, per un totale di 115 persone, hanno trascorso la notte in una chiesa di Belfast in fuga da una serie di attacchi a sfondo xenofobo di cui sono state vittima per tutta la settimana. Fonti dei servizi sociali nordirlandesi hanno riferito che gli immigrati, tra cui molti ragazzini e una bambina di cinque anni, hanno dormito sul pavimento della chiesa, "troppo spaventati" per rientrare nelle loro case a Lisburn Road, nella parte meridionale di Belfast.
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Duke Special
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da "Internazionale"
“Zingari attenti: i lealisti di C18 stanno arrivando per picchiarvi come un orso ammaestrato”. Questo messaggio, e altri simili, sono circolati tutta la settimana scorsa su moltissimi computer e telefonini delle zone “lealiste” - cioè protestanti - dell’Irlanda del Nord.

A diffonderli sono stati i neonazisti di Combat 18, nei giorni in cui alcuni gruppi di giovani davano l’assalto a una comunità di rom rumeni che viveva in un quartiere protestante di Belfast. Una ventina di famiglie, assediate da bande che urlavano slogan razzisti e lanciavano sassi contro le loro finestre, sono state costrette a rifugiarsi in una chiesa. In seguito sono state trasferite in un luogo segreto.
Un centinaio dei rom oggetto di intimidazioni di stampo razzista a Belfast ha deciso di tornare in Romania. Il 23 giugno il ministro per lo sviluppo sociale ha dichiarato che alcuni hanno già lasciato l’Irlanda del Nord, spaventati per i ripetuti attacchi, continuati anche contro la chiesa che li aveva ospitati. Il pastore Malcom Morgan, della City Church, ha infatti denunciato numerosi atti di vandalismo contro l’edificio.

Anche in altre zone dell’Ulster, intanto, si segnalano episodi d’intolleranza: una famiglia polacca ha dovuto lasciare la sua casa a Moygashel, nella contea di Tyrone, dopo il lancio di alcuni pietre contro la loro abitazione e la loro automobile. Un episodio simile, con il lancio di sassi e mattoni, ha colpito una famiglia lituana nella stessa contea.

Per le violenze sono stati fermati due ragazzi di 15 e 16 anni, e il Daily Mail ne ha intervistati altri che si preparavano a un rituale fatto di svastiche e baracche incendiate. I giovani hanno ammesso di essere stati presenti agli assalti ai rom: “E allora? Se lo meritavano”. In fondo, ricorda il quotidiano britannico, l’onda luga dell’intolleranza è partita dall’Italia. Ora il paese, e la stampa, si interrogano se l’Irlanda del Nord, uscita da un secolo di lotte intercomunitarie, sia entrata di nuovo in un ciclo di violenze.

Secondo la rivista Spiked gli attacchi di stampo razzista sono aumentati, passando da 93 tra il 1998 e il 1999, a 453 nel 2003-04, e a 990 nel 2008. Certo, ricorda Chris Gilligan, nel frattempo anche il numero degli immigrati ha avuto un picco. Quindi i dati non sono paragonabili. Ma non è una consolazione: forse il razzismo forse non fa parte del dna nordirlandese, ma è frutto di una politica minimalista e cieca del governo britannico nei confronti del fenomeno migratorio e delle sue novità.

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In seguito.
Un centinaio dei rom oggetto di intimidazioni di stampo razzista a Belfast ha deciso di tornare in Romania. Il 23 giugno il ministro per lo sviluppo sociale ha dichiarato che alcuni hanno già lasciato l’Irlanda del Nord, spaventati per i ripetuti attacchi, continuati anche contro la chiesa che li aveva ospitati. Il pastore Malcom Morgan, della City Church, ha infatti denunciato numerosi atti di vandalismo contro l’edificio.

Anche in altre zone dell’Ulster, intanto, si segnalano episodi d’intolleranza: una famiglia polacca ha dovuto lasciare la sua casa a Moygashel, nella contea di Tyrone, dopo il lancio di alcuni pietre contro la loro abitazione e la loro automobile. Un episodio simile, con il lancio di sassi e mattoni, ha avuto come bersaglio una famiglia lituana nella stessa contea.
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Duke Special
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McAleese calls NI racism 'sickening'
www.rte.ie/news/2009/0623/racism.html

Cerea.
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Giovanni
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