Aaahh Cork, quanti ricordi.
Una mattina mi sono svegliato e ho pensato: boh, ho un titolo di studio che serve a poco, lavo i piatti qui in Italia, magari potrei fare un salto su in Irlanda a lottare contro l'unto anche lì. Male che vada imparerò un po' di inglese.
Aah che mal di pancia alla partenza dell' aereo con le ascelle che grondavano come le cateratte del Nilo, e all'arrivo nella rebel city. All'inizio stavo in ostello e ho conosciuto diversi personaggi. Di sera non uscivo molto così ogni tanto facevo delle dotte dissertazioni sulle punizioni dal limite di Puskas o sul tipico pranzo pasquale magiaro con un cameriere ungherese che non vedeva l'ora di tornare a casa.
Giravo la città a seminare un po' di cv, andavo al corso di inglese di north main street. Mangiavo i panini ai giardinetti vicino alla biblioteca e al pollarolo, con le cornacchie che gironzolavano.
Per quanto riguarda il discorso Cork bella Cork brutta, dipende dalle aspettative. Se arrivo a casa credendo di trovare nel frigo una Saint Honorè ma apro e vedo solo la lucina, mezzo limone e una scatoletta di antipasto "Monviso", ci rimango un pò male.Se uno sta veramente bene, sta bene anche in un alloggio a Sesto San Giovanni con vista su viale Sarca. Io ero partito senza aspettarmi granchè, tutto quello che arrivava di buono andava bene.
La mia avventura è durata 4 settimane
.
Avevo collezionato solo due pseudo colloqui, le public relations non sono mai state il mio forte e cominciava a dilagare lo sconforto.
Forse sono andato un po' troppo all'avventura, pero' pensavo mi facesse bene addentrarmi in acque sconosciute.
Adesso sono qui in Italia e continuo a lavare i piatti.
Devo attrezzarmi per trovare qualcosa di meglio.Speriamo.
E comunque sia, un enorme in bocca al lupo a tutti i corkoniani e a tutti quelli in partenza.