I ragazzi della Ceis stanno cercando di uscire dal tunnel della droga, con notevole fatica. Perché punirli in questo modo?!?
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Scatta l’affidamento ai servizi sociali per l’ex ministro della Difesa Cesare Previti, condannato in via definitiva a sei anni di reclusione (tre dei quali condonati grazie all’indulto approvato l’anno scorso dal governo di centrosinistra), per la vicenda Imi-Sir, nella quale gli è stato attribuito il reato di corruzione. Il via libera è stato dato ieri dal tribunale di sorveglianza di Roma; Previti lavorerà presso la Ceis (Centro italiano di Solidarietà) guidata da Don Mario Picchi, con sede a Castel Gandolfo. Il provvedimento, che è stato firmato dal giudice Laura Longo, in sostanza accoglie le richieste della difesa; in pratica, nelle poche righe scritte dal magistrato si parla degli orari a cui sarà tenuto l’ex ministro, che sono «quelli che dovranno essere stabiliti dalla Ceis», ma dovranno essere compresi nella “forbice” tra le sette del mattino e le undici di sera. Rimane però «tassativa» l’ora di rientro di Previti nella sua abitazione di Piazza Farnese, la stessa dove si trova agli arresti domiciliari del 10 maggio del 2006. In questo momento, l’avvocato di 72 anni può uscire di casa solo per due ore al giorno, dalle 11 alle 13, per sbrigare i suoi affari. L’ex titolare della difesa, cui restano da scontare un anno e sette mesi, si era proposto inizialmente come consulente legale per Operation Smile, una fondazione che si occupa di organizzare missioni umanitarie in aiuto dei bambini. Don Picchi, che lo dovrà accogliere nella sua struttura, dice di non vedere «la straordinarietà della notizia», e afferma che Previti è «come tutti gli altri», quindi sarebbe «inutile curiosare su queste cose», visto che ce ne sono di «più importanti», e conclude dicendo di non sapere «di che cosa si occuperà» l’esponente di Forza Italia. La decisione comunque non avrà effetti sul procedimento in corso alla Giunta per le Elezioni di Montecitorio, per dichiarare la decadenza di Previti dal suo seggio parlamentare, a seguito della condanna definitiva. Secondo Gianfranco Burchiellaro dell’Ulivo, membro della Giunta, si è in presenza di «una sentenza di interdizione definitiva dai pubblici uffici», per cui l’occupazione del seggio da parte del deputato forzista sarebbe «illegittima», quindi le sedute andranno avanti. Questa settimana ne sono previste due, nelle quali si discuterà della richiesta di decadenza, fino ad arrivare a un voto; se sarà positivo, Previti avrà venti giorni di tempo per presentarsi in audizione alla Camera, e se non dovesse farlo la palla passerà all’aula, per la decisione definitiva.
Filippo Pala
Il Meridiano___________________________________________________________
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