Re: Re: Girato in un istituto tecnico di Torino
Scritto da: Corcaigh 14/11/2006 17.19
Buon inizio. Spero che il tutto no si perda per strada e che questi ragazzini vengano riabilitati oltre che puniti...
Si puo' riabilitare chi sa di aver sbagliato, ma non credo che loro pensino di aver fatto chissa' cosa, penseranno semplicemente di aver trovato un modo per divertirsi in una delle tante ore di buco che fanno parte della scuola. Oh, di fronte al PM non lo diranno di certo, ma lo penseranno.
Mi viene in mente un anedoto raccontatomi da mio padre: allenamento di minirugby di ragazzini molto piccoli, un genitore incitava il suo pargolo dicendo qualcosa tipo "fagli male! rompigli (...)! entra dentro a spaccarlo! su, cattivo!". La scena e' andata avanti per un bel po' di tempo finche un suo amico piuttosto piazzato gli ha detto "se non ti stai zitto glielo faccio vedere io a tuo figlio come si spacca la gente." A quel punto l'omino si e' chiuso nel mutismo. Un mio amico allenatore mi ha confermato che nello sport dei bambini questa categoria di genitori esiste ed e' piuttosto nutrita. Uno che e' cresciuto cosi' potra' pure scrivere cento lettere di perdono ma sempre pensando "io sono piu' furbo di te e mo' ti faccio fesso".
Le mie esperienze alle elementari con bambini down (non so se fossero proprio down, ma non me ne intendo).
1) Chicca, una bambina piu' grande di me e normalmente mite. Non era neanche in grado di parlare. Una volta mi ha assalito (senza apparente motivo) quando ero solo per i corridoi (eh si alle elementari non ero un alunno modello, ostile alle regole quanto piu' chi le impone pretende di mostrare che ha ragione ad imporle, mi e' sempre rimasto!) e me la sono vista brutta. Quindi ok ad inserirli nelle classi pero' ci vuole sempre l'insegnante di sostegno, un adulto che ne cura l'inserimento altrimenti sono lasciati alla merce' di bambini e ragazzini che possono pure non avere la maturita' per trattarli.
2) Una sassaiola contro un altro di cui non ricordo il nome. La guardai con disprezzo, ma ammetto di non essermi messo ad aiutarlo