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si salva solo Pannella!

Ultimo Aggiornamento: 28/11/2005 10:45
25/11/2005 11:16
 
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Bocciatura preventiva per l’Unione

Dall’Economist voti bassi al governo Tra i ministri salvati Moratti, Martino e La Malfa. «Pannella uno dei pochi liberali»

MILANO - L’Italia resta in una fase di «lungo e lento declino». Le cose da fare sono ancora molte. In cinque anni per The Economist è cambiato poco. «Avevamo detto che Berlusconi era inadeguato per guidare il Paese, e oggi lo confermiamo. Le cose non sono molto diverse». Il giudizio del settimanale britannico sullo stato di salute dell’economia del Paese è impietoso, e non lascia spazio all’ottimismo.
«Addio, Dolce Vita», così l’Economist ha titolato l’analisi sull’Italia, in cui mette in luce le troppe lacune del governo nella gestione della finanza pubblica, nelle riforme, nel processo di liberalizzazione del mercato. Ritardi che non hanno giustificazione: «Tremonti - scrive l’ Economist - aveva dato la colpa della debolezza dell’economia all’11 settembre. Adesso che è tornato a guidare il ministero dell’Economia la colpa è dell’euro e della Cina». Il settimanale non se la prende solo con il governo Berlusconi. Anche Romano Prodi potrebbe risultare «unfitted» per guidare l’Italia. «Se riuscirà a vincere - spiega John Peet, responsabile delle analisi sull’Europa e autore del survey -, Prodi troverà difficile introdurre riforme. La sua coalizione abbraccia nove partiti, alcuni dei quali ostacoleranno ogni cambiamento». La verità per Peet è che nessuno dei due grandi raggruppamenti della politica «offre molte speranze a quelli che credono che il Paese abbia bisogno di grandi e dolorose riforme». E allora l’Italia rischia di fare la fine di Venezia, «rimasta seduta troppo a lungo sui successi del passato, e oggi è poco più che un’attrazione turistica».
L’Economist riconosce tuttavia che alcune cose positive sono state fatte. Il governo, scrive, è stato «coraggioso» nella riforma delle pensioni e del mercato del lavoro. Anche università e ricerca hanno fatto passi avanti. In politica estera, aggiunge, l’opera del governo può essere considerata come un successo. Salva dunque Roberto Maroni (al quale però non risparmia critiche per aver proposto l’uscita dell’Italia dall’euro), Letizia Moratti e soprattutto Gianfranco Fini: «Un uomo da tenere d’occhio». Il ministro degli Esteri, per l’ Economist , è il più probabile successore di Berlusconi se il centrodestra dovesse perdere le elezioni: «Casini è un candidato possibile ma per la leadership è più plausibile Fini».
L’unico leader più popolare del presidente di An, riconosce Peet nella sua analisi, è Walter Veltroni, «figura di rilievo nazionale» e «sindaco di successo a Roma». Al di là dei progressi fatti, resta comunque il nodo delle mancate riforme. Peet ha notato positivamente l’impegno di «Giorgio La Malfa con il piano di Lisbona» per rilanciare l’economia e accelerare le liberalizzazioni. A La Malfa riconosce inoltre di essere alla guida di uno dei pochi partiti liberali, sebbene molto piccolo. Ci sono anche i Radicali di Pannella, prosegue l’ Economist , segnalando tuttavia che non sono presenti in Parlamento. Per ripartire «serve un accordo di programma tra le coalizioni» ha suggerito l’ex commissario Ue Mario Monti, intervenuto ieri alla presentazione del survey .
La foto dell’Economist , ha riconosciuto il presidente di Telecom, Marco Tronchetti Provera, «è corretta. Ma ora guardiamo avanti. L’Italia sta recuperando credibilità all’estero e sul fronte delle riforme vedo segnali incoraggianti». Credibilità che, tuttavia, secondo Peet ha avuto una decisa battuta d’arresto per le vicende delle Opa bancarie: «Fazio ha fatto a pezzi la credibilità di Bankitalia, una delle poche istituzioni affidabili del Paese». Anche se, ha fatto notare ieri il presidente del San Paolo Imi, Enrico Salza «l’ Economist riconosce un’evoluzione positiva del sistema bancario».
Federico De Rosa

corriere.it
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25/11/2005 11:28
 
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...l'Economist salva anche Fini e Veltroni indicandoli come possibili affidabili leader...


Filippo [SM=x145471]
25/11/2005 11:34
 
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Colui che sta distruggendo questo paese per manifesta incapacità politica e interessi personali, tacciava di comunismo l'Economist una delle più famose riviste liberali del mondo (facendosi ridere dietro dall'Europa intera)

Sinchè l'Economist ce l'ha con Prodi, poco mi turba : io non sono per il liberalismo economico come la redazione del magazine e neanche Prodi credo lo sia, guidando una colazione vasta e tendenzialmente orientata ad una socialdemocrazia (aldilà dei nomi di alcuni partiti della colaizione)

Ma quando a scagliarsi contro il "liberale" Berlusconi (argomentando a dovere le ragioni) è proprio uno dei testi più letti al mondo dai liberali, è un'ulteriore conferma di quanto sia disastroso quest'uomo.

Sempre più raramente dico la mia sul forum sul piccolo presidente del consiglio, ma ogni tanto la rabbia per quello che ha combinato e la preoccupazione per le conseguenze, sono talmente forti che non riesco a resistere.

Sul liberalismo di Pannella, avrei da esprimere qualche riserva : da una parte Pannella si scaglia contro l'ingerenza dello Stato nella gestione dell'economia, ma lo stesso Stato non gli fa affatto schifo quando finanza oltremisura la "sua" liberal-liberista Radio Radicale e la salva dal fallimento, grazie ai contributi faraonici per poche ore di dirette parlamentari...



25/11/2005 12:25
 
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bah
a questo punto mi auguro solo che non diventi anche prodi ben visto dall'economist
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25/11/2005 14:39
 
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Han fatto abbastanza in fretta (poche ore) quelli del corriere.it a metterla come notizia meno importante dei battibecchi della Ventura.

repubblica.it da un link quasi invisibile a niente riguardo l'accaduto.

Mha!

Filippo [SM=x145471]
25/11/2005 15:20
 
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quale accaduto?
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25/11/2005 15:31
 
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plaintive reverie per "accaduto" intendo questo link www.repubblica.it/2005/k/sezioni/economia/economist/economist/econom... giá da metá mattinata inaccessibile dalla homepage di repubblica.


Filippo [SM=x145471]

[Modificato da filippoBO 25/11/2005 15.32]

25/11/2005 18:16
 
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basta guardare il bicchiere mezzo pieno...dopo tutto "l'Italia è 47° al mondo, appena sopra al Botwana.", ovvero c'e' sempre qualcuno che sta peggio di noi, ma soprattutto "per fortuna gli imprenditori italiani non si scoraggiano." [SM=x145508]

possiamo dormire sonni tranquilli.

[SM=x145480]
25/11/2005 18:23
 
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e poi...
...ci manca solo il famoso Gianni dell'ottimismo-Unieuro. [SM=x145509]
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25/11/2005 20:39
 
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"l'Italia è 47° al mondo, appena sopra al Botwana."



Botwana??!?!? Lo stato dell'africa meridionale? E' il Botswana!

Penso tu ti riferisca alla classifica del "World Economic Forum" www.weforum.org/site/homepublic.nsf/Content/Growth+Competitiveness+Index+rankings+2005+and+2004+com...
dove L'Italia si dimostra stazionaria come livello di crescita e, da come si puo' leggere nel prefazio del rapporto, dovuto anche al costo eccessivo del petrolio... ok, il petrolio conta, contano anche l'11 Settembre e la Cina come dice il nostro odiato-amato-odiato o amato-odiato-amato (a seconda se lo guardi dallo schieramento di sinistra o quello di destra) ministro della finanza... ma onestamente stiamo facendo veramente ca_are in quanto a crescita

Comunque non ci si puó dimenticare che l'Italia (in termini globali) é:
* tra le 5 piú forti economie sotto il profilo "USD exchange-rate"
* tra le 8 in termini purchasing power parity (PPP)
* e ovviamente siamo nel G-8

Guadagno procapite annuo:
www.cia.gov/cia/publications/factbook/rankorder/2004rank.html
siamo 30esimi (Botswana 86esimo) e sopra la media delleuropa NON ESTESA a est

PIL (riferiti al mercato USA (GDP)):
en.wikipedia.org/wiki/List_of_countries_by_GDP_(nominal)
6sti e Botswana 98esima...

Per poi crollare al 27 nella classifica sulla democrazia:
www.worldaudit.org/democracy.htm

Altre classifiche carine:
_ Economic Freedom www.heritage.org/research/features/index/countries.cfm
_ Press Freedom www.rsf.org/article.php3?id_article=15335
www.rsf.org/rubrique.php3?id_rubrique=554
(no comment su Cina e Cuba [SM=x145462] )


Insomma, io penso che si puó essere indignati ma senza peró farsi prendere dallo sconforto dai disfattisti [SM=x145502] ...


Filippo [SM=x145471]
28/11/2005 10:45
 
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ok, l'economist però non è l'oracolo di delfi. nel senso che non mi stupisco che una testata con un chiaro orientamento filo-liberista prenda certe posizioni, arrivando ad elogiare la moratti(!!!) che privatizzerebbe pure l'aria che respiriamo
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