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26/10/2005 16:12 | |
ti dico la mia, che da un anno sono nell'ambito della ricerca, e faccio iincontri per discutere sul ddl.
prima di tutto, bisogna sapere che si tratta di una legge a costo zero. nel testo viene espilicitamente citato che essa non dovrà gravare sulle finanze dello stato. quindi niente fondi in più per la ricerca, e come si pensa poi di rivoluzionare il sistema dell'università senza fondi?
è vero, cambia il reclutamento, e arriva il ricercatore a tempo determinato.
in realtà, la figura del ricercatore sparirà, dato che viene messa ad esaurimento (nervoso, quello che prenderà me...) sostituita da contratti a tempo determinato di tipo co.pro. i famigerati contratti a progetto. in pratica, concluso il dottorato puoi fare un concorso di collaboratore per tre anni, rinnovabile per altri tre anni. questo 3+3 funziona anche per il concorso a prof associato e ordinario. praticamente 3+3+3+3 fanno 12 anni di precariato. diciamo che finisco il dottorato a 28, mi ritrovo con l'opportunità di avere un posto fisso a 40 anni. si tratta di un cammino estremamente frammentato, unico in europa, infatti è da sfatare questo mito che negli altri stati il precariato è la regola, dato che invece, dopo il 'post-doc' tutti i ruoli sono a tempo indeterminato, e con retribuzioni di gran lunga superiori. è chiaro che poi l'università, se viene a corto di fondi, può anche buttarti via a calci in culo dopo i primi tre anni.
passiamo ai concorsi. cambia il sistema, o meglio, il sistema torna quello di prima, perchè i concorsi a livello locale sono una novità introdotta negli ultimi anni. da sempre i concosrsi sono stati nazionali, e da sempre sono stati non-meritocratici, con i baroni che come ora scelgono i lori servetti, a seconda di chi sa leccare meglio. non vedo dunque come il sistema di reclutamento possa migliorare! è da notare poi che il concorso per docente potrà essere provato per tre volte, dopodichè, saluti e grazie, addio carriera universitaria. e quale alternativa di lavoro avrebbe a 40 anni uno che nella vita non ha fatto altro che studiare?
io dico ok, vogliono precarizzare i ruoli all'interno dell'università, ma allora perchè non precarizzano anche gli ordinari? perchè gli esperimenti si devono fare sempre dal basso? nei confronti di chi ha piu difficoltà?
io credo che nel tempo la riforma si ritorcerà contro chi l'ha approvata, docenti compresi. perchè in queste condizioni il ricercatore non lo vorrà fare più nessuno, la fuga dei cervelli aumenterà esponenzialmente, e nelle università i vecchi baroni resteranno soli a marcire. perchè l'università si regge per gran parte sulle spalle dei ricercatori stessi, che si fanno carico anche della didattica, oltre al fatto che permettono ai docenti stessi di pubblicare.
mi fermo qui. |