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Iraq, la guerra continua

Ultimo Aggiornamento: 22/12/2008 09:34
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Sentiamo cosa ci dice al proposito il "complottista" Maurizio Blondet:

BASSORA - La polizia irachena cerca di fermare un'auto che fila troppo veloce in periferia; dalla macchina sparano e uccidono un poliziotto, ma gli altri riescono a circondare e fermare il veicolo. Nell'automezzo, carico di esplosivo, due uomini in abiti arabi.
Ma i due arrestati non sono arabi: sono due britannici delle «forze speciali», SAS.
Si rifiutano di rivelare quale fosse la loro missione. «Chiedetelo ai nostri superiori», dicono.
La polizia irachena non farà a tempo.
Poche ore dopo, dieci carri armati britannici si presentano davanti al carcere dove i due SAS sono trattenuti, sfondano il muro di cinta, e li liberano.
Avviene una vera battaglia, con la popolazione che lancia bottiglie molotov contro i tanks inglesi, danneggiandone un paio; un altro centinaio di prigionieri fuggono dalla breccia.

La faccenda è rivelatrice. Con ogni evidenza, le due teste di cuoio inglesi andavano, per ordine dei loro capi, a fare un attentato esplosivo, un massacro - di quelli che accadono ogni giorno in Iraq - che sarebbe stato poi attribuito a «terroristi suicidi» e magari rivendicato dal fantomatico «Al Zarqawi».
La conferma che la sanguinosa strategia della tensione, la tragica destabilizzazione in atto in Iraq, è opera delle forze occupanti; allo scopo, come sospettano molti dirigenti sciiti, di innescare la guerra civile e avere così una scusa per rendere permanente l'occupazione.
Lo confermano anche le fumose «spiegazioni» che del fatto hanno dato vari giornali USA e britannici: i quali hanno diramato foto dei cingolati incendiati dalle molotov asserendo, nella didascalia, che i bravi soldati inglesi erano sotto attacco di una milizia sciita, e che ciò era avvenuto durante «una trattativa [sic] per liberare dei soldati» britannici che erano, «probabilmente, in missione segreta».

La ferocia quotidiana degli occupanti «pacificatori» è rivelata anche da un altro particolare, apparso sulla rivista americana «Manufacturing & Technology News»: dove si dice che la truppa USA in Iraq spara tante munizioni, che l'industria americana di armamenti non riesce a tenere il passo con il consumo; al punto che il Pentagono si è rivolto per forniture a - fate fatica a immaginarlo? - industrie israeliane di proiettili.
Dall'inizio della guerra in Iraq, la truppa americana ha «speso» 1,8 miliardi di proiettili di arma leggera.
Poiché il Pentagono stima che gli «insorgenti» iracheni siano non più di ventimila, se ne deduce che contro ognuno di essi sono stati sparati 90 mila proiettili.
E ammesso che questa pioggia di morte abbia ucciso 2 mila insorti, per ammazzarne uno la potente America gli ha dedicato 900 mila pallottole di M-16.
Ma naturalmente non è così: molte di quelle pallottole sono finite nel corpo di migliaia di civili disarmati e innocui.
Sì, il terrorismo esiste e ci minaccia tutti: terrorismo di Stato, anzi di superpotenza.

Fonte: www.effedieffe.com/fdf/giornale/interventi.php?id=636¶metr...
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"Where is the wisdom we lost in knowledge? Where is the knowledge we lost in information?"

T.S. Eliot
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