Morrissey - ringleader of the tormentors
Stremato ma appagato, ho posseduto dal primo all’ultimo minuto il nuovo album del vecchio Moz.
Il leader dei defunti Smiths si presenta tirato al peso ed in eccellente forma.
Come un novello Cinderella Man lavora col jeb alla I ripresa (“if the USA doesn’t bomb you, I believe i’ll see you somewhere”). Colpisce dritto al fegato per farti piegare in avanti alla II ripresa (“and now i am walking through Rome, with my heart on a string, Dear God please help me”).
Ti sbatte al tappeto con un montante alla punta del mento (“you have killed me” tagliente pop ballad, tributo a Pasolini, Visconti e Magnani).
Non fai in tempo a rialzarti ed a seguire i consigli dei secondi all’angolo, che quella bestia di Moz Ti è di nuovo addosso con un gancio terrificante che risponde al nome di “the youngest was the most loved”.
Ti ritrovi così nuovamente KO con le cervella in frantumi canticchiando - da pugile suonato - la filastrocca “there is no such , thing in life as normal”.
La melodia, sì la melodia è la vera protagonista di questo album.
Melodia che Ti accompagna fuori dal ring - fino alla fine del match - quando, steso sul lettino, fra olio canforato e massaggi defatiganti, pensi a quanto Ti ha suonato quel pugile dandy, di sangue irlandese e col cuore inglese.
Ah dimenticavo ... nell’angolo di Morrissey, nascosto fra i secondi, ho scorto un vecchio maestro italiano - un certo Morricone - beh la II ripresa è tutta sua.
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"Last night I nearly died,
But I woke up just in time".
Duke Special