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Shane MacGowan e i Pogues

Ultimo Aggiornamento: 12/09/2008 09:24
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15/12/2005 14:47
 
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Sono in classico down post-vacanziero essendo tornato solo ieri da una favolosa settimana in Scozia durante la quale, partendo da glasgow, abbiam toccato Stirling, Aberdeen, Inverness, l'isola di Skye ed Oban. Il tempo è stato davvero molto clemente (pioggia quasi mai e temperature ottimali) e dunque abbiam potuto godere al meglio di certi paesaggi lunari, delle cliffs dalla vista mozzafiato, degli incontri con simpatici gruppi di foche, dei tour in ottime distillerie di whisky, della visione di imponenti castelli...per poi, dopo il tramonto, dedicarci a proverbiali mangiate, gran bevute nei pub, alla socialità e alle nights out.
Il 13, dopo un pranzo ad Oban a base di cozze alla marinara ed involtini di salmone con gamberetti, dopo 4 pinte ed altrettanti whisky a testa e con il giusto livello di adrenalina in corpo, io ed i miei amici ci siam rimessi in macchina alla volta di Glasgow per suggellare la nostra vacanza con il concerto dei Pogues. Intorno alle 18 siamo arrivati nei pressi della Carling Academy, luogo del concerto. A 300 metri da li, nel cuore di un quartiere proletario fatto di enormi palazzoni e degno dei personaggi di Ken Loach, sorge il Brazen Head, punto di ritrovo dei tifosi del Celtic e dell'anima irlandese e proletaria di Glasgow e che, con mia grande sorpresa, ho scoperto essere in minima parte frequentato regolarmente anche da emigrati italiani. Decidiamo di andare a farci qualche drink nel pub anche se già notiamo la fila all'entrata della Carling. Appena entrati al Brazen Head ci accoglie la musica dei Pogues emessa ininterrottamente dall'impianto. Il pub (molto fumoso e dall'aria quasi ottocentesca !) è pieno di irish della zona e di gruppi di persone che indossano maglie del Celtic, dei Pogues e dell'Irlanda. Anch'io indosso la maglietta del reunion dei pogues del 2001. Prendiamo la prima pinta e osserviamo il pub: è bello grande, c'è un tavolo da pool in una saletta, i muri sono interamente ricoperti da foto e poster del Celtic. Il soffitto è completamente tappezzato da un mare di magliette e sciarpe: in gran parte dell'Eire e del Celtic (alcune di queste molto antiche) ma anche di squadre irlandesi di football gaelico e di squadre italiane di calcio. C'era una maglietta del Toro anni '70 che avrebbe fatto venire i brividi a Moris ! E poi anche di Samp, Venezia, Genoa, Cremonese, Lazio, Milan, Roma, Atalanta, Brescia, Napoli, Parma, Modena (il prossimo anno dovrò portargli quella del mio Pescara, cavolo !!!). Consumiamo un altro paio di pinte intervallate da qualche buon torbato (a proposito..se capitate da quelle parti mettetevi sulle tracce del "Caol Ila"...più che un whisky è un'opera d'arte !), scambiamo qualche battuta con alcune ragazze americane e con un gruppo di svedesi che eran li per il concerto e ci accorgiamo che è ora di andare. Alla Carling la fila ha assunto dimensioni preoccupanti però scorre abbastanza velocemente ed in 20 minuti siam dentro. Il tempo di lasciare il giubbotto al guardaroba e di prender la prima pinta che son le 19.30 e puntualissimi compaiono i Dropkick Murphys. Li ho già visti due volte in irlanda: non mi son mai dispiaciuti ma neanche mi fanno impazzire. C'è un bel gruppone davanti al palco che segue entusiasta il concerto ma la maggior parte del pubblico della Carling è li per i Pogues, ascolta distrattamente il gruppo di supporto e si affolla attorno ai bar. Io sono tra questi e passo il mio tempo tra bagno, sbevazzamenti al bar e quattro chiacchiere con i beoni celtici.
Intorno alle 21 la temperatura alcolica e l'eccitazione del pubblico è al punto giusto, la carling è stracolma e lanciamo i primi cori sul genere "we want shane", "there is only one shane macgowan" o cantiamo canzoni tipo "field of athenry", "we shall not be moved" e "irish rover"...dopo non molto tempo ecco comparire sul palco i Pogues. Sale l'urlo del pubblico e alle prime note di "Streams of whisky" la Carling è una bolgia e tale resterà fino alla fine del concerto. Tutti siamo piuttosto alticci ma si poga senza eccessi e sempre con grande fair play (se qualcuno cade in tre secondi è già in piedi con la collaborazione di tutti)e dunque anche le donne più esili non han problemi a restare a galla. Shane appare in gran forma...mai visto relativamente così sobrio da 7 anni a questa parte ! Anche il resto della band sembra aver quasi ritrovato gli equilibri dei tempi migliori: tutti molto dinamici e partecipi, c'è grande affiatamento e insomma il tempo sembra giocare a vantaggio di tutti loro. A metà concerto io ed i miei amici restiamo di sasso quando Philip Chevron saluta tra altri fan anche "Stefano and his friends coming from Pescara". Grande sorpresa e qualche secondo di gloria...e siamo già rimmersi nel pezzo successivo. I picchi più alti di delirio dei fan si hanno con "Irish Rover", "Fiesta" e ovviamente con la mitica "Fairytale of New York" . Per FoNY la voce femminile non è stata Kate Moss come precedentemente ventilato ma Ella Finer, figlia di James Finer dei Pogues. Bellissima ragazza, dotata di una voce fantastica...non ha fatto minimamente rimpiangere Kate O'Riordan che l'anno scorso aveva interpretato divinamente lo stesso pezzo. Il padre di Ella, James, appariva davvero fiero della figlia mentre questa si esibiva nella sua performance (forse era anche un pò preoccupato dato che in altre occasioni Shane, mentre danzava con le sue partner femminili in FoNY, aveva spesso finito per far scivolare la mano dove forse non avrebbe dovuto).
Insomma altra gran serata come sempre con i Pogues...e sono già in attesa del prossimo reunion gig 2006 !
A proposito...per chi si dovesse trovare negli Usa in quel periodo...a marzo i Pogues saranno in tour oltreoceano...non ve li perdete !
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